Torniamo ad occuparci dell’argomento clou delle ultime settimane: l’aggiornamento dell’algoritmo di core di Google e le relative oscillazioni di ranking (in positivo e in negativo) riscontrate negli ultimi giorni.
Tutto è iniziato durante il secondo week end di gennaio, con quello che poi è stato definito “brand bidding update“, facendo riferimento alle brand query che, secondo i dati di SearchMetrics e le analisi condotte da diversi SEO, sarebbero state maggiormente interessate dall’aggiornamento.
Le oscillazioni sono tuttavie continuate nei giorni scorsi e, come vi abbiamo anticipato nell’ultimo articolo, si è ipotizzato che Google stesse testando un nuovo aggiornamento di Penguin.
Google, nella persona di Gary Illyes, Trends Analyst di Google, ha dichiarato ufficialmente che le massicce fluttuazioni dei giorni scorsi non avevano nulla a che vedere con Panda, Penguin ‘o altri animali’, ma che erano imputabili interamente all’aggiornamento del Core Algorithm.
A dir la verità, si è fatta ugualmente un po’ di confusione e per giorni la community SEO si è letteralmente spaccata sull’argomento: l’ufficializzazione di Panda divenuto parte integrante dell’algoritmo di Core – con tempismo chirurgico – ha erroneamente fatto credere che le oscillazioni in SERP delle ultime tre settimane potessero dipendere proprio da Panda. Così non è, come è stato sottolineato più volte da Google attraverso Twitter.
Tuttavia, Panda è stato integrato all’interno dell’algoritmo di core e bisognerà, in qualche modo, tenerne conto. Non solo: negli ultimi giorni un tweet del solito Gary Illyes ha annunciato che, nelle prossime settimane, anche Penguin avrà un importante aggiornamento. Le tempistiche, in questo caso, non sono note, ma si ipotizza che potrebbe avvenire entro la fine di marzo.
@mrjamiedodd I’ll go with weeks. We’re aiming for launching penguin this quarter, but we don’t have a more precise timeframe.
— Gary Illyes (@methode) 19 Gennaio 2016
In questo interessante articolo di Search Engine Land, Barry Schwartz commenta un’intervista a Andrey Lipattsev, search quality senior strategist di Google, che tra le altre cose si sofferma a spiegare cosa vuol dire che oggi Panda è parte dell’algoritmo di core. Di fatto l’algoritmo che premia i contenuti scritti per l’utente è stato testato con successo ed è stato ritenuto in grado di entrare a far parte del Core algorithm.
Destino che, a quanto pare, interesserà molto presto anche Penguin, l’algoritmo che – lo ricordiamo – penalizza i siti con un profilo di backlink rischioso. Secondo Ben Silverman, il meccanismo di funzionamento di Panda e Penguin, una volta integrati entrambi all’interno dell’algoritmo, probabilmente non cambierà.
CONTENUTI E LINK DI QUALITA’: LE BASI PER LA SEO DEL 2016
Ma ciò che sta avvenendo dà una precisa idea di quello che dovremmo aspettarci dalla SEO del 2016: penalizzare i siti che fanno uso di tecniche di link building riconducibili allo spam e premiare i contenuti di qualità diventeranno due obiettivi primari per Google. Del resto, le intenzioni di Google, stando alle dichiarazioni ufficiali e ufficiose dei giorni scorsi, sono sempre state molto chiare: l’obiettivo finale è stato sempre quello di integrare Panda e Penguin nel Core algorithm, con funzionalità in real time.
Cosa cambierà, dunque, nella SEO del 2016? Bisognerà, naturalmente, fare molta attenzione ai link (in entrata e in uscita) e ricorrere allo strumento di Disavow Link di Google soltanto come ultima spiaggia, se non si ha la possibilità di far rimuovere i link manualmente. Altrettanta importanza riveste l’internal linking e le relative ancore. La struttura del sito dev’essere chiara e ben organizzata e i link interni devono rispecchiare tale struttura, evitando di utilizzare anchor esatti, ma facendo ricorso anche alle parole correlate.
Che i link interni e i menu di navigazione siano importanti è stato evidenziato in un interessante case study condotto da JFactor. Infine, allo scopo di ricevere link e citazioni spontanei bisognerà produrre contenuti di qualità, evitando duplicazioni e tecniche obsolete di ottimizzazioni, come il keyword stuffing.